Fluoro, i nostri denti salvati dall’acquedotto

…Fluoro: una storia incredibile…

Senza nessun fondamento teorico scientificamente provato il fluoro negli anni ‘50 divenne un valido presidio nella lotta contro la carie, al punto da aggiungerlo alle acque pubbliche in diversi Paesi tra cui Stati Uniti,  Canada, Australia.  La popolazione accolse con grande favore questo modello di medicina preventiva, quale esempio di grande civiltà. Tuttavia è bene ricordare che addirittura un pubblicitario fu invitato da Ewing, l’avvocato della famiglia Mellon, allora capo del Public Health Service, a guidare la campagna di sensibilizzazione della popolazione. Il pubblicitario in questione era Edward Bernays, nipote di Freud e padre della Propaganda, intesa come utilizzo della psicologia del subcosciente per manipolare l’opinione pubblica. Invito a leggere la sua biografia su wikipedia.

Sull’onda dell’entusiasmo stranamente l’Italia del dopoguerra non risponde alla richiesta di fluorare le acque.

Un simposio a Roma sull’argomento (Roma, 30-31 marzo 1953) concluse che le paste fluorate sono efficaci, mentre non si giunse ad alcuna conclusione riguardo le implementazioni di fluoro sistemiche mediante pastiglie e fluorizzazione delle acque.

I motivi sono che le nostre acque sono già ricche di fluoro, con differenze tra regione e regione, ma comunque con valori medi di circa 1mg/litro. Altro motivo è che la nostra rete idrica, costituita per lo più da tubature in ferro zincato non avrebbe resistito al potere corrosivo del fluoro.

Dunque è legittimo pensare che le nostre tubature ci hanno salvato!

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