L’idea che il fluoro faccia bene ai denti è iniziata lontano nel tempo, nel 1931, quando il dentista statuniense Dean venne inviato dal governo in Texas, in una zona dove la popolazione presentava denti scuri e macchiati. Egli attribuì la causa alle acque della zona molto ricche di fluoro: la popolazione, secondo la sua opinione, si era intossicata col fluoro.
Cosa particolare fu che però, per quanto brutti, i denti non erano intaccati da carie… o almeno così gli era parso.
Uno studio del biochimico Gerard J Cox, sponsorizzato dall’industria Alcoa, provò che ratti sottoposti a dieta ricca di zuccheri presentavano meno carie se assumevano fluoro. Dunque si poteva smettere la bonifica delle acque, anzi egli incoraggiava l’implementazione di fluoro alle acque potabili.
Ma chi è lo sponsor di questo studio?
L’industria Alcoa, di proprietà della famiglia Mellon era la principale produttrice di alluminio.
La produzione di alluminio produce come scorie fluoruri… (chissà se Coca Cola è passata a produrre lattine in acciaio solo per senso estetico, dato che l’acciaio è più pesante da trasportare e ancora non si ricicla…). Smaltire queste scorie ricche di fluoro era allora un obbligo di legge molto oneroso per questa industria, tuttavia a ridosso della guerra l’alluminio serviva all’industra aeronautica più che mai.
Negli anni cinquanta l’avvocato Ewing, l’avvocato di figucia della famiglia Mellon, divenne capo del Servizio di Salute Pubblica e riusci nell’intento di fare passare l’idea che il fluoro e la fluorizzazione delle acque fossero utili nella battaglia contro la carie…
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